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martedì 20 dicembre 2016
martedì 22 novembre 2016
Incontro 15 Novembre Filippo Sabattini
Appunti incontro 15
novembre Filippo Sabattini
“Abitare la precarietà
educativa”
Esercizio sulla PRECARIETA’: in piedi, all’inizio su
entrambi, poi solleviamo un piede sempre più, iniziamo ad essere INSTABILI,
PRECARI, magari per non cadere dobbiamo appoggiarci al vicino.
Alla fine degli anni 70 si inizia a scrivere libri sulla genitorialità,
nascono i primi gruppi di Auto-Aiuto, prima non c’era bisogno, i genitori
crescevano i figli in base a valori che erano accettati da tutti
Onestà
Rispetto
Dovere
Oggi ci sono libri che dicono di fare in un modo, altri il contrario,
la precarietà ci ha tolto CERTEZZE, ma ci ha regalato la LIBERTA’ di scegliere
ciò che vogliamo.
Oggi viviamo nell’età della
tecnica, la razionalità a vinto sull’emozionalità, l’importante è che funzioni,
che arriviamo al risultato.
Una vita precaria ci costringe a rivolgerci al presente, non possiamo
pensare al futuro, non possiamo progettare un figlio, solo dopo aver
soddisfatto i BISOGNI PRIMARI (Cibo, vestiti, una casa..) possiamo pensare alle
EMOZIONI.
Dobbiamo imparare ed insegnare l’Alfabetizzazione Emotiva, trovare il
tempo per domandare le loro emozioni.
Se vediamo il futuro in maniera POSITIVA, pensiamo che alla fine vada
tutto bene, non ci preoccupiamo troppo per nostro figlio, pensiamo che andrà a
finire bene.
Lettura “L’epoca
delle Passioni Tristi” di Miguel Benasayag
Nell’adolescenza si svegliano i DEMONI, della
sessualità e dell’aggressività, l’adolescenza è un bosco che bisogna
attraversare per arrivare all’età adulta, ma i ragazzi d’oggi conoscono molte
meno parole, il loro vocabolario si è ridotto, dobbiamo aiutarli a ritrovare la
parola.
Possiamo aiutarli facendo domande ILLEGITTIME,
domande di cui non sappiamo la risposta, che riguardano le emozioni.
Per poter educare devo entrare in RELAZIONE e poi
comunicare, posso dire DOVE guardare,
non cosa guardare, posso spiegare quello
che per me è importante, i miei valori (Mondo Interno) e quello che è meno
importante ma si incontra nella vita (Mondo Esterno).
Ricordiamoci del SILENZIO, della capacità d’ASCOLTO,
di se e degli altri.
Ricordiamoci dello SGUARDO, che crea Identità, se
non sono visto non esisto.
Ricordiamoci del TEMPO da dedicare alla relazione.
“Mi piace come mi ascolti, mi fa venir voglia di
parlare”
Siamo progetti gettati nel mondo ed il compito del
genitore e quello d’aiutare i figli a scoprire qual è il loro
Progetto di vita : Cosa vuoi
fare? Cosa ti piace? Facciamo delle domande ed attendiamo le risposte.
Aiutiamoli a sviluppare il pensiero CONVERGENTE,
(applicare vecchie soluzioni a nuovi problemi), ma anche il pensiero DIVERGENTE
(rispondiamo a nuovi problemi con nuove soluzioni)
Don Milani consigliava i giovani di non dimenticare
la DISOBBEDIENZA e la SUPERBIA, per difendere le proprie idee.
Si passa dall’adolescenza alla vita adulta, quando
dalla DIPENDENZA passiamo all’INDIPENDENZA, siamo capaci di prenderci cura di
noi.
Dal film “Into the Wild”, il protagonista dopo essersi allontanato dalla
famiglia, nella solitudine alla fine, capisce che”la felicità esiste solo nella
relazione”.
La RELAZIONE deve essere il principio del genitore.
Infine ricordiamo le VIRTU’ CARDINALI che devono
guidare la vita:
Prudenza: la capacità di discernimento tra ciò che è bene o male
per loro
Fortezza: la
capacità di esprimersi in pieno, di resistere alle avversità e rialzarsi dopo
le cadute
Temperanza: la
capacità di ritrovare sempre l’equilibrio nel disequilibrio
Giustizia: la
capacità di distinguere e di dare all’altro.
domenica 13 novembre 2016
Incontro 8 Novembre Prof.ssa Paola Nicolini
Appunti incontro 8
novembre 2016
Prof.ssa Paola Nicolini
Inizio con la visione del breve video Pixar Piper.
Tempo d’attesa
fiduciosa dare ai figli in tempo di fare, senza sostituirci, il genitore
non si sostituisce al figlio, gli da il tempo di provare, dovrebbe attende finché
non arriva una risposta dal bambini, non
rimprovera ma lascia che sia la realtà
a provare se funziona o no, se ci sostituiamo diciamo ai figli “Tu non sai fare”.
Anche il “bravo” che diciamo deve essere motivato,
altrimenti se diciamo bravo per tutte le cose che fa senza motivare, perde di
significato.
AUTOSTIMA , significa consapevolezza di se, sapere cosa si sa
fare e cosa no, cosa mi interessa e cosa no.
AUTOSTIMA non è un valore fisso,
dipende dal confronto sociale, ci confrontiamo con chi abbiamo intorno, se sono
più bravi la nostra autostima scende, se siamo più bravi sale.
Se non si arriva all’adolescenza con
un’autostima sviluppata si diventa dipendenti del gruppo dei pari e si è disposti a tutto pur d’appartenere al
gruppo, con i conseguenti rischi.
Non c’è parità tra genitori e
figli, non dobbiamo accettare sfide, “io
ho una visione del mondo più completa e decido, tu accetti le mie decisioni”,
non assumere un tono di preghiera, ma un tono deciso.
Le madri tendono a fere coppia con i figli, mentre i padri
tendono ad allontanare per tornare a fare coppia con la compagna.
In caso di fallimento in un campo ricordate tutte le
capacità che hanno ed i successi negli altri campi.
Lettura consigliata: Daniele
Novara – Urlare non serve a nulla.
giovedì 10 novembre 2016
domenica 23 ottobre 2016
giovedì 31 marzo 2016
Mamma stai qui !!!!
Per continuare i temi delle conferenze di fine 2015, abbiamo organizzato un incontro per genitori, si parlerà di autonomia e separazione.
L'incontro si terra mercoledì 6 aprile ore 21 presso la nostra sede in via Leopardi a Moie.
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